Gli acidi grassi polinsaturi sono importanti componenti dei lipidi strutturali, in particolare dei neuroni, dei nervi, delle guaine mieliniche, della retina e dei vasi. Per esempio, per quanto riguarda il cervello, il 60% del suo peso è costituito da acidi grassi, principalmente acidi grassi della serie omega-3 (Rogers et al 2013).
L’acido docosaesaenoico (DHA) è un acido grasso polinsaturo (PUFA) a lunga catena della serie omega-3. E’ infatti l’acido grasso più polinsaturo e contiene ben 6 doppi legami (Ferreri e Chatgilialoglu 2011).
Il DHA è stato associato a un ottimale sviluppo cerebrale fetale e, nelle varie fasi dell’infanzia, a un corretto sviluppo della visione e della retina, dove tale acido svolge un fondamentale ruolo sia funzionale che strutturale (Greenberg et al 2008). Infatti, il DHA rappresenta il 97% degli acidi grassi polinsaturi omega 3 nel cervello e il 93% nella retina (Greenberg et al 2008).
Da un punto di vista alimentare, il DHA è il componente principale dell’olio di pesce, che lo accumula con il consumo di microalghe. Il DHA viene captato preferenzialmente dal cervello, rispetto ad altri acidi grassi, e viene incorporato nei fosfolipidi delle membrane cellulari neuronali e retiniche.
I fosfolipidi delle membrane cellulari dei neuroni che contengono DHA sembrano fondamentali per l’allungamento del neurite e la formazione delle sinapsi e, in ultima analisi, per i processi di comunicazione intercellulare. DHA è l’acido grasso strutturale più rilevante nella materia grigia cerebrale e nella retina dell’uomo e degli animali (PDR Integratori Nutrizionali 2003). Un’altra azione del DHA è quella di ridurre i livelli di trigliceridi e incrementare quelli di colesterolo HDL in alcuni soggetti (Holub 2009). Esso risulta vitale per il fisiologico sviluppo neurale del feto e del neonato e per il mantenimento della funzione cerebrale normale durante l’arco della vita. La proprietà di ridurre le concentrazioni di trigliceridi esercitata dal DHA risulta dagli effetti combinati di inibizione della lipogenesi e dalla stimolazione dell’ossidazione degli acidi grassi. Tale processo ossidativo avviene nei perossisomi.
Il DHA si trova in natura in forma di triacilgliceroli (TAGs). Essi vanno incontro a idrolisi per attività delle lipasi e formano monogliceridi (MG) e acidi grassi liberi (FFA). Una volta formati, i MG e gli FFA sono captati dagli enterociti all’interno dei quali ha luogo un processo di riacilazione a formare nuovamente TAGs che sono quindi assemblati con fosfolipidi, colesterolo e apoproteine nei chilomicroni. Questi ultimi raggiungono i vasi linfatici e da qui sono trasportati nella circolazione sistemica. Nella circolazione, essi vengono degradati dalla lipasi lipoproteica e gli acidi grassi, compreso il DHA, vengono assorbiti, in parte, dal tessuto endoteliale.
Il DHA viene trasportato dalla circolazione sistemica in vari organi e tessuti corporei dove viene impiegato per la sintesi dei fosfolipidi che, a loro volta, faranno parte integrante delle membrane cellulari degli eritrociti, delle piastrine, dei neuroni cerebrali e delle cellule retiniche. Il DHA viene assunto dal cervello, in modo preferenziale rispetto agli altri acidi grassi. Durante lo sviluppo fetale, il DHA viene preferenzialmente trasportato attraverso la placenta nella circolazione del feto (PDR Integratori Nutrizionali 2003). È proprio per il suo ruolo funzionale e strutturale nel corretto sviluppo cerebrale e neuronale che molti studi si sono concentrati sull’importanza di una corretta assunzione di DHA in gravidanza e durante la fase di allattamento. Studi osservazionali e studi clinici riguardanti l’integrazione di omega-3 hanno valutato l’importanza di tali acidi grassi nel:
• ottimizzare il decorso della gravidanza
• ridurre i rischi di nascite pretermine
• contrastare l’insorgenza di preeclampsia e
• ridurre i disturbi dell’umore della madre nel post partum
• sostenendo il corretto sviluppo retinico e neuronale del feto
• migliorando quindi le sue capacità cognitive.
DHA: aspetti clinici
Lo sviluppo cognitivo del bambino comprende lo sviluppo e la maturazione di diverse funzioni come l’attenzione, in particolare nella fase di concentrazione, la memoria, l’apprendimento, l’intelligenza e il “problem-solving,” misurati utilizzando diversi test psicometrici validati per le diverse età.

Gli effetti benefici dei livelli più elevati di DHA nella dieta della gravida e della nutrice sono stati dimostrati da uno dei pochi trial clinici randomizzati di elevata qualità pubblicati di recente.
Uno studio clinico randomizzato in doppio-cieco ha valutato gli effetti dell’integrazione con DHA su un gruppo di donne in gravidanza (Judge et al 2007). In 14 donne è stata somministrata una barretta di cereali contenente olio di pesce (a basso contenuto di EPA), 200 mg di DHA, e a 15 donne è stato somministrato un placebo dalla 24esima settimana di gravidanza fino al termine della stessa. L’assunzione giornaliera media di DHA è stata di 313 mg e di 99 mg rispettivamente. Le donne nel gruppo DHA hanno raggiunto una gestazione significativamente più lunga (p=0.019) delle donne nel gruppo placebo (39.9 verso 39.0 settimane).
In un altro studio randomizzato in doppio-cieco controllato con placebo è stato analizzato l’effetto dell’integrazione durante la gravidanza con DHA sullo sviluppo cognitivo in bambini di due anni e mezzo (Dunstan et al, 2008). Capsule di olio di pesce (2.2 g DHA, 1.1 g EPA/giorno) oppure capsule d’olio di oliva sono state somministrate a 52 e a 46 donne, rispettivamente, dalla 20esima settimana di gravidanza fino al termine della stessa. Lo sviluppo cognitivo è stato valutato secondo il Griffiths Mental Development Scales, GMDS, il linguaggio è stato valutato secondo il Peabody Picture Vocabulary Test e il comportamento secondo la Child Behaviour Checklist. Questi parametri sono stati analizzati in 33 bambini di due anni e mezzo nati da madri trattate con olio di pesce e in 39 nati da madri trattate con olio di oliva. I bambini del gruppo “olio di pesce” avevano un numero significativamente più alto di acidi grassi omega-3 (p<0.001) nei loro eritrociti e una ratio più alta di omega-3 rispetto a omega-6. I bambini del gruppo “olio di pesce” raggiunsero un punteggio significativamente più elevato nella coordinazione occhi-mani (p=0.021), misurato dal parametro GMDS, rispetto ai bambini del gruppo “olio di oliva”. Inoltre, i ricercatori osservarono una correlazione positiva significativa tra la coordinazione occhi-mani e la quantità di PUFA omega-3, mentre osservarono una correlazione inversa tra lo stesso punteggio e la quantità di acido arachidonico. In uno studio in doppio-cieco controllato con placebo su 227 madri in allattamento, si osservò un aumento significativo (p<0.0001) nella concentrazione di DHA nel latte materno nelle madri che assunsero 200 mg di DHA al giorno (n=114) rispetto alle madri che assunsero il placebo (n=113) (Jensen et al 2005). Inoltre, il punteggio Bayley Psychomotor Development Index (PDI) è stato di 8.4 punti più alto (p=0.005) rispetto al punteggio dei bambini del gruppo di controllo. In un ulteriore studio osservazionale effettuato su 70 bambini di 4, 6, 8, 12 e 18 mesi, è stata osservata una relazione positiva tra i livelli di DHA delle madri durante la gravidanza con una maggior attenzione visiva dei loro bambini (Colombo et al 2004). In uno studio randomizzato in doppio-cieco controllato con placebo condotto in Norvegia su 341 donne in gravidanza (Helland et al 2003) sono stati somministrati 10 ml di olio di fegato di merluzzo (contenenti 1183 mg DHA e 803 mg EPA) oppure di olio di mais (contenenti 4747 mg acido linoleico, LA e 92 mg acido alfa linoleico, ALA) dalla 18esima settimana di gravidanza fino a 3 mesi dopo la nascita del bambino. I bambini nati dalle madri del gruppo “olio di merluzzo” avevano un punteggio Mental Processing Composite significativamente più alto dei bambini di madri del gruppo olio di mais all’età di 4 anni. Inoltre, i ricercatori hanno trovato che la concentrazione di DHA nei fosfolipidi presenti nel plasma dei bambini di età 4 settimane e l’assunzione materna di DHA è correlata positivamente con i punteggi d’intelligenza individuali. Come si evidenzia dal grafico sotto riportato (Fig. 1), il latte materno nella maggior parte dei Paesi europei non raggiunge il fabbisogno di DHA consigliato dall’OMS (Brenna et al 2007).
Alimentazione e fabbisogno di DHA nelle donne
La strategia di supplementazione del DHA deve quindi essere valutata attentamente a seconda della dieta della madre. Per esempio, i vegetariani vegan hanno un rischio molto elevato di essere carenti di DHA perché non assumono pesce, con gravi effetti per il ruolo svolto da questo acido grasso nelle strutture nervose e visive (Ferreri e Chatgilialoglu 2011). Di conseguenza, i bambini nati da madri vegetariane vegan hanno un livello di DHA plasmatico inferiore a quello dei figli di madri onnivore. Alla luce delle evidenze scientifiche secondo cui il DHA sarebbe coinvolto nella maturazione cerebrale e oculare, una supplementazione in questa categoria di donne parrebbe consigliabile.

Secondo i suggerimenti del Ministero della Salute, le donne vegane dovrebbero quindi consumare alimenti ricchi di DHA. In commercio, esistono integratori appositamente sviluppati per rispondere a queste esigenze. IL DHA brevettato proveniente dalla microalga Schizochytrium sp., presenta alti livelli di DHA e bassi livelli di EPA. Infatti non si consigliano supplementazioni di EPA + DHA in gravidanza per i possibili effetti competitivi dell’EPA nei confronti dell’acido arachidonico, che nella fase fetale è fondamentale per i processi di crescita. Gli oli ottenuti da questa microalga presentano un maggior grado di purezza di DHA e possono essere quindi suggeriti a vegetariani e vegani. Il DHA algale è stato studiato anche nella popolazione infantile. Uno studio clinico randomizzato in doppio-cieco recentemente pubblicato sulla rivista PLoS One ha trovato che l’integrazione con 600 mg di DHA proveniente da alghe per 16 settimane migliora la capacità di lettura e di comportamento in bambini sani in età tra 7 e 9 anni con punteggi bassi in lettura (Richardson et al 2012). La Fig. 2 mostra l’aumento della capacità di lettura, in bambini divisi per percentile di lettura (10% e 20%), ai quali è stato somministrato DHA derivato da microalga rispetto ai bambini del gruppo placebo.

Figura 2. Risultati della prova di lettura, punteggi standardizzati.
Ricapitolando, l’acido docosaesaenoico (DHA) è un acido grasso PUFA fondamentale per la struttura del cervello e degli occhi. Il DHA è particolarmente importante per lo sviluppo cerebrale fetale durante il terzo trimestre di gravidanza fino ai 18 mesi di vita. Il rapporto omega 3-omega 6 può essere molto importante e l’acido eicosapentaenoico (EPA) può avere un ruolo importante nel trasporto transplacentale e nell’assorbimento intestinale di DHA. Le donne in gravidanza hanno un aumentato fabbisogno di acidi grassi omega 3 rispetto a donne non gravide. L’integrazione con DHA derivato da pesce non è una opzione perseguibile dalle donne vegetariani vegan. L’integrazione con DHA derivato da microalghe rimane la migliore alternativa per le donne vegan in gravidanza o le donne onnivore preoccupate dalla possibile contaminazione di metalli pesanti nel pesce di cattura.
Bambini prematuri: L’integrazione diretta con Omega-3 è sicura ed efficace
Nei neonati pretermine la somministrazione diretta di DHA (acido docosaesaenoico) può ridurre o annullare la carenza di questo acido grasso, in maniera dose dipendente. Tale integrazione sembrerebbe più efficace di quella che avviene da madre a figlio attraverso il latte materno, e non mostra alcun effetto collaterale. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Adelaide (Australia), che hanno pubblicato lo studio sulla rivista Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids proprio in questi giorni.

I bambini nati con un parto pretermine sono significativamente a rischio di disturbi dello sviluppo cerebrale e difficoltà di apprendimento. Gli interventi nutrizionali che aumentano il DHA, un Omega 3 presente in alte concentrazioni nel cervello e nella retina, sono molto importanti per migliorare lo stato di salute dei neonati prematuri.
Alcuni studi hanno dimostrato che nei bimbi nati dopo una gestazione inferiore a 33 settimane, la somministrazione di DHA attraverso il latte materno o artificiale permetteva una significativa diminuzione della percentuale di rischio di ritardo mentale grave. Tuttavia, in questi neonati i livelli di DHA nel sangue non raggiungevano quelli osservati nei bimbi nati con regolare gestazione, per motivi ancora poco chiari e probabilmente numerosi. Il DHA direttamente somministrato per via orale riduce le carenze nel sangue.
In questo studio 31 bambini nati dopo una gestazione inferiore a 30 settimane hanno ricevuto, in maniera casuale, 40, 80 o 120mg al giorno, per Kilo di peso corporeo, di DHA in forma di emulsione acquosa, per via orale. Altri 23 neonati rappresentavano invece il gruppo di controllo; di questi, 11 non avevano ricevuto alcuna integrazione e 12 avevano assunto il DHA dal latte della madre sottoposta a integrazione. Analizzando i livelli degli acidi grassi polinsaturi nel sangue dei piccoli, i ricercatori hanno trovato che, a 7 giorni dall’ integrazione, coloro che avevano ricevuto gli integratori in maniera orale diretta mostravano concentrazioni più alte di DHA rispetto ai due gruppi di controllo. Inoltre, l’ingestione di DHA era stata ben tollerata da tutti i neonati senza alcun effetto avverso.
Secondo i ricercatori che lo hanno diretto, questo studio conferma che la concentrazione nel sangue del DHA nei neonati prematuri, può essere migliorata tramite somministrazione diretta, piuttosto che attraverso il latte materno, con un intervento sicuro ed efficace. L’efficienza del passaggio del DHA dalla madre al figlio può dipendere infatti da diversi fattori come la differente risposta che la madre ha rispetto all’ integrazione. Questo nuovo studio, dunque, rappresenta un passo importante verso future ricerche in cui si potranno migliorare la metodologia e i risultati ottenuti.
L’EFSA conferma: il DHA aiuta il cervello a svilupparsi correttamente
L’acido docosaesaenoico (DHA) è necessario alla corretta funzione cerebrale in tutte le età e contribuisce al normale sviluppo del cervello in neonati e bambini.
Per garantire il corretto apporto di questo Omega-3, gli alimenti per lattanti dovrebbero fornire 100 mg di DHA al giorno, mentre quelli per bambini dai 2 a 18 anni di età, dovrebbero garantire un’assunzione giornaliera di 250 mg. Sono queste le dichiarazioni emesse dall’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) in un nuovo documento.
La comunicazione è stata realizzata da un gruppo di esperti dell’EFSA in seguito a un’interrogazione posta, tramite l’autorità competente del Regno Unito, da una società attiva nel campo della sanità e della nutrizione. In particolare, all’EFSA è stato chiesto di esprimere un parere scientifico riguardo l’indicazione sulla salute che mette in relazione il DHA con il normale sviluppo del cervello.
Il DHA è fondamentale nei primi anni di età.
Gli acidi grassi Omega-3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA sono sostanze essenziali per la salute. L’organismo umano può sintetizzarli a partire dal precursore, l’acido alfa linoleico, ma questa trasformazione è limitata; i tassi di conversione sono molto bassi: solo il 6% per l’EPA e il 3,8% per il DHA. Il DHA è il principale lipide strutturale del tessuto cerebrale e del sistema nervoso centrale. Anche i lipidi di membrana delle cellule della retina ne contengono elevate concentrazioni. Oltre alla funzione strutturale esso svolge anche un ruolo funzionale. Nei primi anni di vita, dunque, il sistema nervoso ha bisogno di accumulare grandi quantità di DHA.
Il gruppo che ha pubblicato la dichiarazione sulla base di evidenze scientifiche ritiene che il DHA sia una sostanza sufficientemente caratterizzata e che il suo ruolo benefico nel cervello sia confermato da vari studi. La sua concentrazione inoltre può essere quantificata negli alimenti mediante metodi consolidati. Secondo il documento dell’EFSA, la presenza di adeguati livelli di DHA per lo sviluppo cerebrale è importante in tutte le età, sebbene la crescita del cervello ne richieda elevate concentrazioni soprattutto durante i primi due anni e per tutta l’infanzia. Al fine di soddisfare queste necessità, gli alimenti per neonati e bambini di età inferiore ai 24 mesi dovrebbero garantire un apporto giornaliero di 100 mg di DHA in una o più porzioni, mentre gli alimenti per bambini e ragazzi dai 2 ai 18 anni dovrebbero fornire una dose giornaliera di 250 mg di DHA in una o più porzioni.
Gli esperti dell’EFSA affermano che non ci sono rischi associati al consumo di supplementi di DHA estratti dalle alghe, ed hanno aumentato il livello di sicurezza per la loro assunzione da 3 a 5 grammi al giorno, per la popolazione adulta.
Il DHA contribuisce al normale sviluppo del cervello sulla base delle prove scientifiche, il gruppo di esperti conclude che esiste un rapporto di causa-effetto tra il consumo di DHA e il corretto sviluppo cerebrale. Il documento dell’EFSA conferma dunque l’indicazione su cui erano stati chiamati a far luce: “Il DHA contribuisce al normale sviluppo del cervello”.
Considerando anche tali evidenze ci si aspetta che l’acido grasso sia ufficialmente classificato come una sostanza nutritiva e aggiunto alle tabelle ufficiali che indicano i valori nutrizionali di riferimento.
Fonte:
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