Fertilen Pro

Fertilen Pro è il nuovo prodotto in casa Microfarma. Trattasi di un integratore probiotico, come sempre certificato GMP (good manufacturing practice ) che nasce da una significativa evidenza: “ il benessere dell’organismo in toto non può prescindere dall’equilibrio del proprio microbiota, sia esso intestinale che vaginale”.  In particolare Fertilen pro 30 è stato studiato, realizzato e prodotto per essere utilizzato in tutte le patologie intestinali ed a carico dell’apparato urogenitale; non solo infezioni, comunque in qualsiasi situazione che necessiti un ripristino ed un’azione a carico del microbiota intestinale, vaginale e urogenitale.  D’altra parte è noto “prevenire è meglio che curare”. Sarebbe sbagliato associare il prodotto esclusivamente verso un target di centri di PMA (procreazione medicalmente assistita), centri di sterilità di coppia, centri di controllo parti a rischio etc. .  Ambiti sicuramente pertinenti all’integratore ma limitanti, infatti va riconosciuto in campo a tutto tondo specialistico ginecologico. Del resto il microbioma vaginale è un noto determinante di salute per la donna. Un suo disequilibrio espone, infatti, a un maggior rischio di infezioni, a complicazioni nel concepimento e nel portare a termine la gravidanza. In aggiunta in virtù dei collegamenti anatomici e fisio-patologici, diciamo che benessere intimo ed intestinale sono fortemente correlati per garantire uno stato di salute auspicabile.

Nel precedente articolo circa il microbiota, questo veniva trattato distrettualmente, suddividendo una microflora intestinale/vaginale- urogenitale. Link di seguito :  https://microfarma.net/microbiota/ . Ciò è stato funzionale ad una prima spiegazione ma l’organismo è complesso e connesso. Una problematica intestinale si può ripercuotere sul sistema urovaginale; diarrea e stitichezza possono aumentare la presenza di batteri a livello anale , che possono migrare verso la vulva e di conseguenza anche vero l’uretra, causando vaginiti o cistiti. È dato noto che l’85% dei casi di infezioni urogenitali è riconducibile all ‘escherichia coli, patogeno di origine intestinale. Le modalità di trasmissione dei patogeni intestinali alla vescica possono essere sia “ esterne”,ossia per contiguità tra ano e vagina, sia “interne” , quando l’intestino è infiammato e quindi aumenta la permeabilità della parete intestinale, così i microrganismi passano da un sistema all’altro.

Il senso è quello di considerare la saluta dell’organismo intero imprescindibile dall’eubiosi del microbiota, questo a sua volta intestinale e vaginale deve essere in equilibrio.

Non a caso, dunque, con FERTILEN PRO si ha campo d’azione a 360 gradi, la confezione ha 30 capsule e peso specifico 12,05g. Dalla composizione delle capsule si nota subito come l’obiettivo del prodotto è il benessere del microbiota in toto.

 

Infatti ci sono elementi sia tipici del benessere intestinale sia vaginale.

  • Un primo periodo di 20 gg con Fertilen Pro 1 (35 mld cps) composto da: Lactobacillus Rhamnosus LGG (ATCC 53103) 10 mld, Reuteri (DSM 26866) 5 mld, per il riequilibrio del microbiota intestinale. Bifidobact. Animalis (BL050) 5 mld, Lactobacillus Acidophilus (LA1) 10 mld e Lactobacillus Plantarum 5mld, per la regolazione del PH vaginale ed il contrasto ai patogeni.
  • Segue, un secondo periodo di 10 giorni con Fertilen Pro 2 (15 mld cps) composto da: Lactobacillus Rhamnosus (CA15) 8mld, Lactobacillus Fermentum (DSM 25176) 3mld Lactobacillus Crispatus 1mld e Lactobacillus Gasseri 3mld, utili al mantenimento del PH, al contrasto delle recidivanti e all’ arricchimento di lactobacilli nell’endometrio, garantendo un ambiente più favorevole al trattamento di PMA.

 

Il razionale del prodotto è l’integrazione di probiotici. Attualmente sul sito del Ministero della salute vi è riportato :

Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.
Per alimenti/integratori con probiotici si intendono quegli alimenti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Si tratta quindi di alimenti in grado di promuovere e migliorare le funzioni di equilibrio fisiologico dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi rispetto alle normali attività nutrizionali.

https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=1426&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=integratori

Le linee guida sono state aggiornate dalla sezione Dietetica e Nutrizione del Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale nel gennaio 2018.

https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?id=1016&lingua=italiano

Il maggior impatto sul microbiota si ha tramite integrazione di probiotici. Il microbiota vaginale ed intestinale dipende da molti fattori, ad esempio stile di vita ed alimentazione, età ed anamnesi personale (farmaci/ antibiotici, malattie..) . La regolazione dei microrganismi, in termini di ceppi e densità di popolazione, apre molti scenari. In base ad alcuni recenti approfondimenti sappiamo che gli ormoni, la dieta e l’esercizio fisico possono influenzare la stabilità microbica, pertanto avere un impatto sulla salute intestinale, vaginale e riproduttiva. Quello che allo stato delle cose è certo è che l’integrazione alimentare con probiotici, in gravidanza e non solo, regola positivamente il microbiota. 

Il microbiota vaginale delle donne in salute è costituito sì da un’ampia varietà di generi e specie batteriche anaerobie e aerobie, tuttavia deve dominare il lattobacillus. Un microbiota vaginale sano è necessariamente caratterizzato dalla predominanza di lattobacilli.  I Lattobacilli sono un genere di batteri a struttura bastoncellare, Gram + , anaerobi facoltativi o microaerofili, buona parte di questi microrganismi possiede la capacità di fermentare il lattosio ed altri zuccheri, producendo acidi, in particolare ma non solo acido lattico. I lattobacilli abbondano nell’intestino umano, mentre nella donna costituiscono un importante baluardo contro le infezioni intime, localizzandosi soprattutto nel periodo fertile a livello vaginale. Questi, producendo acido lattico, mantengono pertanto il pH vaginale acido, così facendo viene ostacolata la colonizzazione e la proliferazione di altri microrganismi patogeni.

Fertilen interviene sul microbiota intestinale per il benessere ed una migliore salute urogenitale. La supplementazione di probiotici aiuta, infatti, a ristabilire la presenza di batteri buoni (Gram +) altresì a livello vaginale, soprattutto per la produzione di acido lattico che inibisce la proliferazione degli agenti patogeni. Infatti una delle funzioni del microbiota vaginale è quella di ridurre la presenza di batteri cattivi (gram -) e la capacità di proliferare e prendere il sopravvento nel basso tratto urogenitale.  

Da questa relazione appare evidente per il benessere del Microbiota della donna andare a intervenire dapprima a livello intestinale ed a cascata a livello vaginale e cervico – endometriale.

Non è un caso che FERTILEN PRO integri vari ceppi di lactobacillus.

 

 Lactobacillus acidophilus 

è un batterio Gram-positivo, appartiene al gruppo dei lattobacilli ed è uno dei più importanti probiotici presenti.  È comunemente presente nell’intestino umano ed è uno dei primi batteri a colonizzare l’intestino. È un batterio che produce acido lattico dalla fermentazione dei carboidrati ed è tra i lattobacilli meno tolleranti all’ossigeno. Inoltre l’Acidophilus è uno dei batteri probiotici più resistenti all’acidità dello stomaco. Nell’organismo, il Lactobacillus acidophilus si trova prevalentemente nel tratto superiore dell’intestino, dove impedisce ai batteri produttori di gas di risalire dal colon, e nell’ambiente vaginale.

 Benefico per:

  • Coliti ed enteriti
  • Disbiosi intestinali
  • Stitichezza e diarrea
  • Intolleranze ed allergie (lattosio).
  • Colesterolo alto.
  • Fegato grasso
  • Cistiti ricorrenti
  • Candida / vaginosi

Una buona salute del microbioma intestinale influisce anche sulla salute dell’apparato urinario e genitale. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che i lattobacilli aumentano la proliferazione e la vitalità delle cellule delle pareti vaginali. Ciò suggerisce che questi batteri contribuiscono a creare un ambiente vaginale sano, aumentando la resistenza agli agenti patogeni. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3210849/ . Inoltre sono stati dimostrati anche i benefici del Lactobacillus acidophilus contro le vaginosi batteriche e la Candida albicans.

  • In gravidanza ed allattamento. L’uso di Lactobacillus acidophilus durante la dolce attesa e l’allattamento può far bene alla mamma e al bambino. In particolare sembra ridurre l’insorgenza di eczema (dermatite atopica) nei lattanti. Se sei in gravidanza ti consigliamo di chiedere un parere al tuo ginecologo.
  • Acne , dermatiti, pruriti ed eruzioni cutanee
  • Oltre l’80% delle difese immunitarie risiede nell’intestino. Introdurre batteri sani si contribuisce arafforzare il sistema immunitario e riduce il rischio di infezioni. L. acidophilus è anche in grado di produrre batteriocine come acidofilina e lactocidina, ovvero sostanze che inibiscono la proliferazione dei batteri patogeni.

 

Passiamo ad un altro ingrediente delle capsule.  Lactobacillus reuteri (L. reuteri) è una specie di batterio appartenente alla famiglia delle Lactobacillaceae, al genere Lactobacillus, gram-positivo, che per le sue peculiari proprietà metaboliche rientra nel gruppo dei batteri lattici. Nell’uomo è stato isolato nel tratto gastro-intestinale e in campioni di materiale fecale e vaginale. È presente inoltre, nel latte materno. Numerosi studi clinici hanno dimostrato come una adeguata somministrazione di L. reuteri possa apportare benefici alla salute dell’uomo; per tale motivo, il L. reuteri è attualmente considerato un organismo probiotico.  Numerose ricerche hanno evidenziato come il L. reuteri possa svolgere un ruolo determinante nel mantenimento dell’omeostasi microbica. Nonostante il L. reuteri sia presente naturalmente nel corpo umano, spesso non si ritrova in concentrazione idonee. Può quindi essere utile introdurlo tramite integratori. Sono stati condotti numerosi lavori per dimostrare se la somministrazione di L. reuteri possa indurre benefici per la salute dell’organismo; i risultati ottenuti hanno evidenziato che questi sono in grado di sopravvivere al transito gastro-intestinale, di colonizzare l’intestino, e di attuare una modulazione di alcune funzioni del sistema digestivo con effetti benefici non solo locali, ma generali nell’organismo. Il L. reuteri è stato testato in bambini e in adulti senza che sia stato mai evidenziato alcun effetto avverso. Sia l’EFSA (European Food Safety Authority), che la FDA (Food and Drug Administration) hanno riconosciuto il profilo di sicurezza autorizzandone l’uso anche per il bambino.

Si è scoperto che il L. reuteri è in grado di produrre una sostanza antibiotica ad ampio spettro. Questa sostanza, chiamata “reuterina”, è in grado di inibire la crescita di batteri patogeni.

Altre interessanti applicazioni riguardano lo svuotamento gastrico con rigurgito ed il dolore addominale funzionale, del quale si è potuta notare una riduzione dell’intensità. Inoltre è  emerso che la somministrazione di L. reuteri, aumenta sensibilmente il tasso di guarigione dei pazienti con infezione da Helicobacter pylori, il che è molto importante perché la persistenza di gastrite batterica sembra essere responsabile del cancro gastrico.

La prima cosa da sapere sul Lactobacillus rhamnosus GG è che si tratta di un batterio “buono” appartenente al gruppo dei Lactobacillus che migliora il microbiota intestinale e mantiene l’equilibrio del corpo. L. rhamnosus GG è un probiotico molto noto e ben studiato; è stato incluso in oltre 250 studi clinici e secondo clinicaltrials.gov è il ceppo probiotico più studiato al mondo. L. rhamnosus GG è stato ampiamente sperimentato in migliaia di individui, dai neonati pretermine agli anziani per oltre 30 anni e ha dimostrato un eccellente profilo di sicurezza. Il ceppo è ampiamente utilizzato negli integratori di probiotici ed è estremamente ben tollerato con pochi effetti collaterali, se non nulli. I ricercatori hanno concluso che il probiotico è sicuro e ben tollerato.

Schematizzando la molteplicità di applicazioni:

  • Gastroenterite e disturbi intestinali colici.
  • La diarrea può portare a disidratazione e gravi complicazioni. Nonostante ciò, ci sono pochi farmaci da banco che possono assumere per prevenire la diarrea o per gestire i primi sintomi. È stato scoperto che L. rhamnosus GG allevia i sintomi diarroici sia nelle infezioni gastrointestinali che nella diarrea associata agli antibiotici (AAD).

Gli antibiotici sono il farmaco più prescritto somministrato ai bambini. Gli antibiotici somministrati nei primi anni di vita di un bambino possono avere effetti attuali e duraturi sulla sua salute e sul suo benessere. La diarrea è uno degli effetti collaterali più comuni dell’uso di antibiotici. Di fatto l’azione antibatterica degli antibiotici finisce per distruggere anche i microrganismi “buoni” che si trovano nel corpo, creando uno squilibrio all’interno del microbiota intestinale. Grazie ad esso si promuove la crescita di altri batteri “buoni” e si ostacola la proliferazione di agenti patogeni.

  • IBS inflammatory bowel deseases.
  • Le infezioni delle vie respiratorie superiori (URTI) sono una delle infezioni più comuni
  • Fibrosi cistica.
  •  
  • Eczema .
  • ADHD disturbo da deficit di attenzione e iperattività

 

BIFIDO BACTERIUM BL050 DSM 25566.

La maggior parte della popolazione si trova in intestino grasso, intestino tenue inferiore, nel latte materno e in vagina. Da studi è emerso che è particolarmente frequente nel colon dei neonati allattati al seno, ma il livello poi diminuisce con età. L’azione è supportata da numerosi studi scientifici che ne avvalorano le proprietà terapeutiche. 

  • Aiutando ad avere una flora intestinale sana, favorisce un ambiente sano per la produzione dei micronutrienti.
  • Aiuta a sintetizzare le vitamine del Gruppo B e la vitamina K
  • Una alterata flora perturba la digestione delle proteine producendo un livello elevato di ioni ammonio. Tali sostanze chimiche, vengono assorbite dall’intestino ed arrivano al fegato per essere metabolizzate, ma per tossicità portano a perdita di appetito e nausea.
  • Quindi può essere utile in soggetti che soffrono di problemi epatici, casi di cirrosi o epatite, poiché favorendo la digestione essi riducono lo stress epatico.
  • Una alterata digestione tende a produrre istamina, responsabile dei fenomeni allergici.
  • Allevia i sintomi di alcune intolleranze alimentari che causano gravi disturbi digestivi che possono atrofizzare i villi intestinali.
  • Migliora i disturbi intestinali. In trials si è dimostrata efficacia nel trattamento IBS. Si è osservata riduzione dell’infiammazione intestinale in casi di colite.  In particolare migliora significativamente i sintomi quali dolore, distensione, gonfiore e disturbi digestivi.
  • Ha dimostrato di inibire l’attività dell’Helicobacter pylori, un batterio che colonizza la mucosa gastrica causando gastrite.
  • Contrasta i patogeni, infatti una caratteristica importante dei probiotici è la loro capacità di competere con gli agenti patogeni. Esperimenti hanno ha dimostrato che le cellule di B. sono in grado diinibire fortemente l’adesione di patogeni, tra cui Escherichia coli.
  • l’assunzione del probiotico si è dimostrata utile per la prevenzione della dermatite atopica
  • inoltre, riduce le infezioni del tratto respiratorio superiore.

 

Soprattutto:

  • ha la capacità di controllare il pH.
  • aiuta nel ridurre le infezioni da candida albicans.
  • È efficace anche per rafforzare la flora batterica vaginale. Le micosi vaginali rispondono bene a tale probiotico, che contribuisce alla distruzione degli agenti patogeni. Pertanto interviene nel mantenimento dell’omeostasi vaginale.
  • Durante la gravidanza sostiene la mamma e poi il neonato. I bifidobatteri, sono tra i primi colonizzatori dell’intestino umano, restano predominanti per tutti i primi mesi di vita. La trasmissione verticale tra madre e bambino avviene durante la nascita ed è supportata anche dall’allattamento al seno. Pertanto la mamma assumendo b. durante la gravidanza e l’allattamento favorisce la presenza di un’adeguata comunità bifidobatterica altresì nel neonato. Uno studio ha confrontato la composizione del microbiota di bambini nutriti con latte artificiale o con latte materno: ne risulta che bifidumera presente in maggiore

 

LACTOBACILLUS PLANTARUM

 Lactobacillus plantarum è una specie di batterio appartenente alla famiglia delle lactobacillacae, recentemente identificati i suoi benefici: 

      –   L. plantarum ha significative attività antiossidanti

      –  È in grado di sopprimere la crescita di batteri producenti gas nell’intestino e può aiutare     alcuni pazienti che soffrono di IBS 

  • è stato trovato in esperimenti per aumentarefattore neurotrofico cerebrale ippocampale, il che significa che può avere un ruolo benefico nel trattamento della depressione.
  • dimostra capacità di contrastare Escherichia coli grazie alla produzione di batteriocine.

 

È importante approfondire questo ultimo aspetto poiché E. coli è spesso l’agente eziologico di cistite, un’infiammazione della mucosa vescicale in genere associata a una infezione batterica. Colpisce prevalentemente il sesso femminile e spesso si accompagna ad un bisogno continuo e doloroso di urinare. Il processo infiammatorio a carico della vescica può essere acuto o cronico, l’infezione infatti può risolversi dopo un solo episodio oppure, specie quando viene trascurata ripresentarsi e cronicizzare, in questo secondo caso, il processo infettivo può estendersi pericolosamente alle vie genitali o alle alte vie urinarie. Quindi contrastando E. Coli tramite L. Plantarum, si riduce il rischio di infezioni genito urinarie nella donna.

 

 

Segue secondo periodo di 10 giorni con Fertilen Pro 2 (15 mld cps) composto da:

 

LACTOBACILLUS FERMENTUM

È visto come un probiotico per la sua capacità di ridurre i livelli di colesterolo. 

Inoltre, recentemente è stato scoperto come antimicrobico e antiossidante, nella prevenzione del danno ossidativo del cibo. È capace di proteggere l’ospite dalle infezioni di derivazione alimentare.

 

 

LACTOBACILLUS GASSERI

 

LACTOBACILLUS CRISPATUS

con questi due si entra nel focus del “vaginoma”.

Il termine Microbiota Vaginale si riferisce all’insieme di microrganismi che sono presenti a livello vaginale, cioè indica quello che un tempo veniva descritta come Flora batterica. Un’ambiente vaginale in salute è dominato da batteri del genere Lactobacillus. Questi batteri derivano il loro nome dalla caratteristica di produrre Acido Lattico, grazie al quale il PH vaginale è mantenuto a valori compresi tra 4.0 / 5.0 ( PH Acido). La prevalenza dei Lactobacilli a livello vaginale costituisce una fondamentale difesa verso le infezioni. La protezione di cui si parla consiste in una ridotta insorgenza di infezioni vaginali. Queste possono essere sia di origine batterica ( Chlamydia trachomatis, gardnerella vaginalis) , sia fungina (candida) sia protozoaria (trichomonas). Approfondendo: l’attività dei lattobacilli aiuta a mantenere l’equilibrio dell’intero microbiota vaginale perché, producendo l’80% dell’acido lattico, va a costituire una sorta di barriera a difesa dai patogeni, siano essi esterni o per proliferazione di ceppi patobionti, e stress chimico.

Le comunità batteriche presenti nell’apparato riproduttivo femminile comprendono prevalentemente Lattobacilli nelle donne sane, sebbene siano stati indentificati altri generi, tra cui Prevatella, Gardnella, Atopobium, Sneathia, Bifidobacterium, Megasphaera e Anaerococcus.

 

Nonostante le variazioni intra ed inter individuali, il core del microbiota vaginale in condizioni fisiologiche è rappresentato dal genere lactobacillus spp. A seconda della predominanza di un ceppo rispetto a un altro, il microbiota vaginale (vaginoma) si identifica in 5 CST (community state type) ossia:

  • CST-I:Lactobacillus Crispatus
  • CST-II: Gasseri
  • CST-III: Iners
  • CST-V: Jensenii
  • CST-IV: rappresenta di fatto un’eccezione data la mancanza di un ceppo nettamente predominante. È invece caratterizzato dalla co-espressione di generi appartenenti ad Anaerococcus, Peptoniphilus, Prevotella e Streptococcus (CST-IVa), o di Atopobium e Megasphaera (CST-IVb).

A tal proposito, donne con CST-IV sono generalmente più esposte al rischio di infezioni o a disbiosi (candidiasi, vaginosi ecc.).

È noto che i lattobacilli svolgono diverse funzioni, soprattutto di natura protettiva, producendo ad esempio perossido di idrogeno e quindi determinando un ph acido a livello vaginale. Un ulteriore vantaggio di alcune specie di lattobacilli (in particolare di Lactobacillus Crispatus e Lactobacillus Gasseri) è la produzione di batteriocine che inibiscono direttamente la crescita di specie indesiderate (Klebsiella, Staphilococcus aureus, Escherichia coli o Enterococus faecalis) .

Quindi integrando con fertilen pro, sia L crispatus sia L Gasseri si assicura alla donna una buona fonte probiotica.

 

D’altra parte Molti studi hanno anche riportato che circa il 20-30% delle donne soffre, almeno una volta, di una carenza di Lactobacillus nella propria microflora vaginale.

A loro volta, è stato sempre dimostrato, che le medesime sono più soggette ad infezioni sia del tratto urinario che genitale proprio (in pratica genitourinario).

È stato dimostrato che il probiotico Lactobacillus crispatus può ridurre del 50% il rischio di infezioni del tratto urinario (IVU) nelle donne. Una meta-analisi ha scoperto che i probiotici del genere Lactobacillus hanno aiutato a prevenire le infezioni urinarie nelle donne adulte. Un altro studio ha scoperto che l’assunzione di probiotici e antibiotici era più efficace nel prevenire le infezioni ricorrenti del tratto urinario rispetto all’uso dei soli antibiotici.

Coloro che avevano integrato mediante probiotico avevano anche meno probabilità di sperimentare vaginosi batteriche.

In uno studio, 125 donne premenopausali con diagnosi di vaginosi batterica hanno ricevuto antibiotici per 7 giorni. Metà delle donne ha assunto anche probiotici (Lactobacillus rhamnosus e Lactobacillus reuteri) due volte al giorno per 30 giorni; l’altra metà era il gruppo placebo. Il tasso di guarigione a 30 giorni era vicino al 90% nel gruppo antibiotico + probiotico, in contrasto con il 40% registrato nel gruppo antibiotico + placebo.


Tra le più diffuse problematiche ginecologiche campeggia la vaginite, un disturbo che è responsabile di 10 milioni di visite mediche ogni anno. In particolare, si stima che l’infezione fungale della vulva e della vagina sia la seconda causa d’infiammazione più comune. La candidosi è un’infezione micotica provocata da funghi che nello specifico appartengono al genere candida, nella maggioranza dei casi l’agente responsabile è la specie Candida albicans, isolato nel 90% dei casi. I sintomi, quali prurito e dolore, dispareunia, disuria e perdite, possono compromettere molto la qualità della vita di una donna.  Anche la colonizzazione asintomatica di candida è molto comune; è stata identificata nel 70% delle donne nell’arco di un anno di osservazione.

Qualsiasi donna conosce le problematiche relative alla candida e per molte il fastidio può essere ricorrente o cronico.

Durante l’età riproduttiva, circa il 75% delle donne ha almeno un episodio di candidosi vulvovaginale (VVC) e circala metà di loro ha almeno altri due episodi.

La candidosi vulvovaginale si definisce ricorrente (RVVC) quando il soggetto ha quattro o più episodi di candida sintomatica in un anno. Le cause di questi episodi possono essere le più disparate; genetiche, biologiche oppure dipendere dal comportamento di ogni singola donna.

 

Le donne con Candida ricorrente – circa 150 milioni nel mondo – soffrono dunque di episodi idiopatici cronici di irritazione vaginale che richiedono una terapia di mantenimento antimicotica per controllare parzialmente i sintomi, come gli Azoli.

 

Sebbene questi trattamenti siano efficaci, parliamo di trattamenti ampiamente accettati e impiegati, si stanno facendo strada alcune evidenze che premierebbero l’assunzione orale di probiotici e lattoferrina proprio per arrestare le recidive.

È a partire da queste premesse che nasce il recente studio randomizzato, con il quale i ricercatori volevano valutare l’efficacia di una formulazione orale contenente Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus Rhamnosus e lattoferrina sui sintomi e la recidiva di candida ricorrente, come supporto ad una terapia topica più classica.  A questo scopo è stato reclutato un gruppo di donne positive al Candida albicans, suddivise in due sottogruppi: uno ha ricevuto un placebo in aggiunta alla terapia topica, un altro ha assunto probiotici e lattoferrina per via orale sempre in aggiunta alla terapia topica per 6 mesi. La terapia topica ha funzionato per entrambi i gruppi ma solo il sottogruppo che ha assunto probiotici e lattoferrina ha mostrato un significativo miglioramento per quanto riguarda pruriti e perdite.

Lo studio del ruolo del microbiota vaginale nella sfera ginecologica è da poco oggetto di attenzioni che necessitano perciò di ulteriori approfondimenti.

In conclusione, i ricercatori sottolineano come un mix di lattobacilli in combinazione con la lattoferrina può rappresentare un valido approccio adiuvante per ridurre i sintomi e la ricorrenza della Candida. Nuove evidenze mettono in luce il ruolo di lattobacilli e lattoferrina a supporto delle cure più comuni.

I risultati preliminari finora ottenuti sembrerebbero sostenere la prospettiva di terapie alternative per promuovere o sostenere la salute della donna basate sulla componente batterica vaginale e la sua interazione con il sistema immunitario. Il nostro integratore ha anch questa missione.

Bibliografia

Russo R, Superti F, Karadja E, De Seta F. Randomised clinical trial in women with Recurrent Vulvovaginal Candidiasis: Efficacy of probiotics and lactoferrin as maintenance treatment. Mycoses. 2019 Apr;62(4):328-335.

Il microbiota dell’apparato riproduttivo femminile è stato a lungo studiato attraverso le tradizionali metodiche colturali, sia per verificare la presenza dei diversi microrganismi isolabili in questa nicchia del corpo, sia per valutare il loro impatto nella fisiologia della riproduzione.

Sono disponibili sempre più evidenze che suggeriscono come le comunità batteriche presenti nell’apparato riproduttivo femminile svolga ruoli importanti in diverse fasi del processo della riproduzione, a partire dalla formazione dei gameti, alla fecondazione, all’impianto e al mantenimento della gravidanza, fino alla colonizzazione batterica del neonato.

In particolare, il tratto riproduttivo femminile sembra ospitare tre microbioti con specifiche caratteristiche (vaginale, endometriale, e ovarico) ciascuno dei quali è in gradi di condizionare la riproduzione ed anche e anche le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Parlando di quello vaginale questo, tradizionalmente chiamato flora batterica, è il più studiato. Nella vagina sono presenti dei batteri in una relazione mutualistica con l’ospite, che fornisce la prima linea di difesa contro la colonizzazione da agenti patogeni opportunistici. Lungo tutta la durata della vita della donna, il microbiota vaginale subisce grandi cambiamenti che sono associati a specifici periodi riproduttivi come l’infanzia, la pubertà, l’età fertile e la menopausa. 

Un corretto equilibrio del Microbiota vaginale risulta protettivo verso la possibilità di parto Pretermine e/o la rottura precoce delle membrane. Un disequilibrio del Microbiota vaginale invece, sembra associarsi a casi di infertilità inspiegate, possibilmente associate per azione diretta o indiretta sul transito degli spermatozoi attraverso il canale vaginale e/o endocervicale.

Una volta appurato che in vagina è fisiologica la presenza di lactobacilli, procediamo nel sistema riproduttore femminile. La cavita uterina è stata a lungo considerata sterile nelle donne sane. Tuttavia, anche in donne clinicamente asintomatiche è stata dimostrata la presenza di uno o più microrganismi a livello dell’endometrio, il rivestimento interno della cavità uterina (endometrio; preceduto da miometrio e perimetrio l’endometrio ( o tessuto endometriale) è la tonaca mucosa nonché lo strato cellulare piu interno dell’utero). Sebbene le evidenze siano tuttora limitate, anche l’endometrio di donne sane e asintomatiche è apparentemente dominato da Lattobacilli. E’ interessante notare che non sempre si osserva una corrispondenza assoluta tra microbiota vaginale ed endometriale.

La presenza di disbiosi a livello uterino è stata associata da abortività ricorrente e ripetuti fallimenti di impianto di embrioni ottenuti con PMA. La caratterizzazione del microbiota endometriale aggiunge quindi una nuova prospettiva microbiologica allo studio della riproduzione umana, trattandosi della prima interfaccia tra l’embrione e l’organismo materno, presentando peculiarità specifiche che lo differenziano da quello vaginale. 

Il Microbioma Endometriale, in condizione normale, presenta come specie colonizzante preponderante Lactobacilli (più del 90%) e se questo equilibrio batterico viene conservato, favorisce il successo riproduttivo e aumenta le possibilità di impianto dell’embrione.

Esempio di patologia causata da un’alterazione del Microbiota endometriale è l’Endometrite cronica (CE) caratterizzata da una infiammazione persistente delle mucose non evidenziabile dalle ecografie e spesso asintomatica. L’endometrite cronica (CE) sembra essere alla base dell’insuccesso riproduttivo; infatti, è presente nel 60% dei delle donne con aborti ricorrenti e nel 66% delle donne che non riescono ad avere un bambino (l’endometrite è un processo infiammatorio dell’endometrio, la mucosa che tappezza interamente l’utero. Quando l’infezione si spinge anche a livello del miometrio, si parla correttamente di endomiometrite. Il miometrio è invece la tonaca muscolare della parete uterina, compresa tra perimetrio ed endometrio).

Sorprendentemente, la presenza di batteri non si limita alla vagina e all’utero poiché anche a livello delle ovaie è stata dimostrata la presenza di un microbiota attivo da degli studi sull’aspirato dei follicoli ovarici ottenuti al momento del recupero transvaginale degli ovociti in un trattamento di PMA.

Riassumendo: vi sono evidenze sempre più solide che l’intero tratto riproduttivo femminile è colonizzato da batteri. Fisiologicamente i lattobacilli sembrano essere il genere dominante, svolgendo importanti funzioni di difesa e nella prevenzione della comparsa di disbiosi, in grado di alterare i complessi meccanismi della riproduzione e causare, di conseguenza, infertilità ed esiti negativi sulle metodiche di PMA e quindi sulla successiva gravidanza.

LACTICASEIBACILLUS RHAMNOSUS CA15

Infine, tuttavia trattasi del probiotico con maggiori evidenze tali da renderlo vero e proprio punto di forza del prodotto FERTILEN PRO, c’è L. rhamnosus CA15. Dalla descrizione e dagli studi condotti emergono importanti qualità, che esprimono il suo potenziale ed effettivo uso in ambito ginecologico.

Lacticaseibacillus rhamnosus CA15 è stato isolato dal tratto vaginale di una donna sana.

Dopo la caratterizzazione fenotipica e genotipica, il ceppo è stato testato per caratteristiche di sicurezza e funzionalità presso il Laboratorio di Microbiologia, Dipartimento di Agraria, Alimentazione e Ambiente (Di3A), Università di Catania, secondo le linee guida FAO/OMS (2016). Da tali esperimenti e studi emerge che il ceppo è dotato di attività emolitica e capacità di degradazione della mucina, capacità di produrre DNAsi e gelatinasi. il ceppo CA15 di L. rhamnosus ha mostrato elevata idrofobicità e capacità di autoaggregazione. Inoltre, è stata rivelata la capacità di co-aggregarsi con i patogeni testati.

 

Con il fine di sfruttarlo come probiotico sono state analizzate delle proprietà funzionali, di seguito sono emersi risultati positivi, indice di possibile integrazione. Infatti per definizione un probiotico deve essere assunto in adeguate quantità e deve resistere all’azione digestiva. La tolleranza all’acidità del ceppo CA15 di L. rhamnosus è stata valutata in MRS a pH 2,0 e 3,0, ottenuta mediante aggiunta di HCl 1 M, la tolleranza ai sali biliari è stata valutata utilizzando brodo MRS con 0,5% e 1,0% di sali biliari bovini, infine è stata altresì valutata la tolleranza alla lisozima.  I risultati sono stati espressi come percentuale del tasso di sopravvivenza (SR%), in base al numero iniziale e finale di cellule vitali enumerate. Infine la capacità del ceppo CA15 di L. rhamnosus di sopravvivere durante il transito gastrointestinale (GI) è stata determinata in vitro sul succo gastrico simulato (SGJ) e sul fluido intestinale simulato (SIF).

 

Soprattutto a noi interessa in virtù dell’attività antagonista dimostrata contro i patogeni. Il ceppo L. rhamnosus CA15 è stato testato nei confronti di vari agenti (vedi tabella) dall’e. coli, responsabile di cistiti, alla gardnerella vaginalis, che dà vaginosi, fino a vari tipi di Candida, che danno appunto candidosi. Il test è stato eseguito mediante l’agar spot test. Dopo un’incubazione di 48 h, è stata rilevata visivamente la comparsa di zone di inibizione intorno ai punti CA 15 e, in base alle dimensioni del diametro, i risultati sono stati espressi come: (-) nessuna zona di inibizione; (+) zona di inibizione < 10 mm; (++) zona di inibizione tra 11 e 20 mm; (+++) zona di inibizione >20 mm.

Si deduce che il ceppo CA15 di L. rhamnosus ha mostrato un’ampia gamma di attività antagoniste contro i patogeni testati.

 

È stato testato per la suscettibilità agli antibiotici secondo i breakpoint proposti dall’EFSA. Valutando la concentrazione inibitoria minima (MIC ) era sensibile a tutti gli antibiotici suggeriti , mentre resistente al metronidazolo (>3000 μg/mL), al clotrimazolo (>5000 μg/mL) e all’acido borico (>10000 μg/mL) ml) (questa è una caratteristica chiave importante per l’eventuale uso in combinazione con antibiotici).

 

I ricercatori si sono distinti in particolare per l’aver condotto uno studio pilota in vivo con il fine di dimostrare in vivo l’effetto del ceppo L. rhamnosus CA15 sia sulla vaginosi batterica (BV) che sulla candidosi vulvovaginale (VVC).  Sono stati arruolati nel presente studio presso il Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità Medico Chirurgiche dell’Università degli Studi di Catania:

  • Venti donne di età compresa tra 18 e 45 anni
  • che mostrano segni o sintomi vaginali (leucorrea, bruciore, prurito e disagio vaginale
  • presenza di almeno 3 criteri di Amsel (Amsel et al., 1983)
  • e un punteggio Nugent ≥ 7 (Nugent et al. ., 1991)
  • o un grado lattobacillare ≥ 2 secondo la classificazione di Donders (Donders, 2007).

Ogni donna è stata sottoposta alla somministrazione quotidiana, per 10dì, orale del ceppo rhamnosus CA15. I soggetti arruolati sono stati sottoposti a valutazioni complete in 3 appuntamenti programmati: al basale (T0), 10 giorni dopo l’inizio del trattamento (T1) e 30 giorni dopo la fine della somministrazione.

Si nota come:

  • Al basale (T0) tutti i partecipanti avevano un microbiota squilibrato dominato da batteri potenzialmente patogeni con ridotta densità cellulare di lattobacilli.
  • Al (T1) di somministrazione orale del ceppo probiotico L. rhamnosus CA15, è stata osservata :
  • una significativa riduzione di tutti i batteri patogeni
  • a fronte di un aumentato livello di lattobacilli.
  • Trenta giorni dopo la fine del trattamento (T2) la composizione del microbiota vaginale era abbastanza stabile e simile a quella osservata al tempo di campionamento T1.

Si conclude che il rhamnosus CA15 è molto benefico poiché da un lato porta e promuove un aumento dei Lattobacilli a livello endometriale persino a 30gg dalla fine della supplementazione, dall’altro contrasta i patogeni.  In pratica mantiene la flora batterica vaginale non solo, anche quella endometriale, equilibrata.

 

Referenze:

  • Evaluation of both safety and functional properties of the Lacticaseibacillus rhamnosus CA15 strain
  • Donders, G. G. Definition and classification of abnormal vaginal flora. Best Pract. Res. Clin. Obstet. Gynaecol. 21, 355–373 (2007).

Le funzioni esercitate dal microbiota nell’essere umano sono molteplici, per questo motivo la stessa evoluzione umana non può essere considerata come un fenomeno indipendente ma piuttosto come il risultato dell’interazione tra uomo e microbiota. Ciò parte dai primi momenti di vita perché già la fecondazione, gravidanza e parto sono così modulati.

Lo studio del microbiota delinea ogni giorno nuove e più ampie frontiere, porta in serbo un enorme potenziale di innovazione per l’ambito medico e parafarmaceutico, FERTILEN PRO ne è la prova.

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